Meta si trova in guai seri e potrebbe rischiare una denuncia molto grave, tanto da coinvolgere un’intera nazione. I risvolti per l’azienda potrebbero essere devastanti.
Un giudice ha stabilito che la società Meta a cui fa capo Facebook potrebbe essere citata in giudizio a causa di una questione legata al licenziamento di alcune persone che, secondo i fatti, potrebbero essere state tagliate fuori senza giusto motivo.
Il gigante dei social media è oggi sotto accusa da parte di circa duecento persone, nello specifico si tratta di moderatori di contenuti che hanno portato alla luce una situazione piuttosto complessa a livello aziendale. Una questione tanto delicata quanto articolata che potrebbe finire veramente male per l’azienda.
Meta finisce in Tribunale: cosa sta accadendo
Una petizione è stata presentata presso il Tribunale del lavoro e delle relazioni industriali, i lavoratori affermano infatti che Meta li abbia licenziati ingiustamente. I moderatori in questione non avrebbero ricevuto i trenta giorni di preavviso previsti in base alla legge del Kenya e le spese finali non sarebbero state adempiute come vuole la normativa. Questa è la sintesi di quanto riportato ma il documento è ben più lungo e la questione ancora aperta quindi bisogna capire quale sarà la direzione ma Meta rischia di essere condannato da un’intera nazione laddove si andasse avanti.
Al momento è stata emessa un’ingiunzione di tipo provvisorio sia verso Meta che verso Sama e quindi non possono rescindere dai contratti, si tratta comunque di attendere l’evoluzione della questione per capire se c’è stata la cessazione illegale del rapporto di lavoro o meno. I moderatori intanto sono diventati 184 e continuano a crescere, la loro indicazione riguarda alcune rappresaglie nate per costruire un sindacato che avrebbero posto attenzione proprio sul gruppo e quindi spinto Meta al licenziamento.
Questo però non è il primo caso, infatti già in precedenza c’era stato un problema su una questione legata alla sicurezza sul lavoro e anche in quell’occasione Meta e in particolare Facebook, erano finite nell’occhio del mirino per i fatti avvenuti.
La situazione è ancora da delineare, bisognerà capire le responsabilità effettive del colosso e quali sono le implicazioni dal punto di vista legale. La partita è ancora aperta ma potrebbe anche diventare un caso nazionale con il Kenya schierato apertamente contro l’azienda che non tutela, secondo i moderatori licenziati, i dipendenti. Non si conoscono tutti i fatti e quindi al momento gli addetti ai lavori sono proprio intenti a ricostruire e valutare la documentazione in essere per poter esprimere un giudizio concreto e comprendere se ci sono gli estremi per andare avanti.