Cosa succede al cervello se si sta continuamente sui social: risultati terrificanti

I social sono diventati indispensabili, costanti, irrinunciabili: cosa succede al cervello utilizzandoli continuamente, resterai senza parole

In un’epoca digitale come quella che stiamo vivendo, immaginare di eliminare i social dalla nostra vita diventa un’opzione quasi impraticabile. Li usiamo praticamente per qualsiasi cosa e spesso sono indispensabili alla vita quotidiana e al lavoro. Ma cosa accade al nostro cervello quando ce ne serviamo continuamente? I risultati ti lasceranno a bocca aperta.

social smartphone
usare i social androidking.it (credits pixabay)

Il troppo stroppia, lo abbiamo imparato fin da piccoli a proposito della maggior parte delle cose. E i social non sono da meno. La loro capacità di tenerci interconnessi al resto del mondo ha sicuramente i suoi vantaggi, ma anche una serie di conseguenze che molti non immaginano.

Uno studio condotto da JAMA Pediatrics, focalizzatosi principalmente sugli adolescenti, avrebbe analizzato la stretta correlazione tra sviluppo cerebrale e social durante la fase della crescita. I risultati lasciano davvero senza parole.

Cosa succede al cervello se stiamo continuamente sui social

social adolescenti
utilizzo social adolescenti androidking.it (credits pixabay)

Maggiore è il tempo che trascorriamo sui social, adolescenti in particolare, più il nostro modo di comportarci, di reagire agli stimoli si modifica, modellandosi su ciò che apprendiamo da questi. Sappiamo bene che ciò che siamo è un insieme di fattori complessi che si mescolano tra loro, di cui fa parte anche l’ambiente e ciò con cui entriamo in contatto e assimiliamo.

Un determinato comportamento, una determinata reazione, secondo lo studio, potrebbero perfino modificare alcuni meccanismi del nostro cervello, soprattutto di quello dei giovani, in fase di sviluppo. Una dei principali risultati riguarderebbe, in modo particolare, il fenomeno dell’ipersensibilità a cui questi andrebbero incontro.

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Di cosa si tratta? Cerchiamo di spiegarlo in termini semplici. Quegli adolescenti che utilizzano i social di continuo, diverse volte e per molte ore nel corso di una giornata, potranno essere fortemente influenzati da questi al punto di sentire il bisogno di riconoscimento da parte dei loro coetanei, virtuali o meno.

I “feedback”, ovvero le reazioni da parte degli utenti, potrebbero diventare una necessità, qualcosa di essenziale e influenzare pesantemente il modo di agire e di comportarsi degli adolescenti. Per questo si parla di ipersensibilità, poiché questi stessi feedback andranno a condizionare queste azioni e comportamenti generando un circolo vizioso.

Ciò non significa, ovviamente, doverli privare dei social. Nella giusta misura, possono essere utili e perfino positivi, purché se ne servano in modo sano.

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