Batterie dalla durata di 28.000 anni: il prototipo incredibile

La sfida del presente è creare batterie sostenibili e dalla lunga durata. Un nuovo prototipo promette addirittura una vita energetica più lunga di 28.000 anni!

Le batterie di accumulo di energia elettrica oggi sono prodotti indispensabili in molteplici campi. Dall’alimentazione dei device elettronici, alla messa in azione di centrali energetiche, fino alla ricarica di veicoli elettrici. E la scienza è da tempo alla ricerca di nuove tecnologie più sostenibili per creare batterie efficienti e dalla lunga durata.

Batterie NDB - www.androidking.it
Batterie 28.000 anni (Fonte: captured)

Spesso le batterie sfruttano materiali inquinanti e costosi, come le terre rare, il silicio, il cobalto o il polistirene. Nel prossimo futuro potrebbero nascere delle batterie di sabbia dalla durata quasi infinita. In gergo tecnico si parla di batterie betavoltaiche, ovvero accumulatori creati a partire dal riciclaggio di scorie radioattive prodotte da centrali in disuso. Secondo la Nano Diamond Battery, l’azienda statunitense di ricerca che ha sviluppato un nuovo prototipo di accumulatore di sabbia, le batterie basate sul riciclaggio delle scorie radioattive potrebbero avere una durata di 28.000 anni.

Rendersi indipendenti dal cobalto significherebbe non solo bloccare una delle industrie estrattive più inquinanti al mondo, ma anche fermare il malcostume del lavoro minorile spesso legato all’estrazione del cobalto in Congo.

Queste nuove batterie di sabbia, nel futuro prossimo, si inseriscono nel settore in forte espansione del mercato globale dei nanotubi di carbonio (CNT). Si tratta di ricercare nuovi materiali conduttivi per batterie agli ioni di litio per far funzionare veicoli elettrici e altre applicazioni di accumulo di energia.

Batterie basate sul riciclaggio delle scorie radioattive dalla durata di 28.000 anni!

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Scarti nucleari (Fonte: captured)

Finora i produttori, pur essendo riusciti a sviluppare e amplificare le capacità di efficacia, potenza e durata delle loro materie si sono scontrati spesso con il problema della reperibilità della materia prima o del costo dello sviluppo. Si parla per esempio di polveri, grafeni, matrici, fogli, scaglie, pellicole e filati di nanotubi di carbonio a parete multipla (MWCNT) o singola (SWCNT). Le applicazioni sono quasi infinite. Dall’elettronica di consumo, alla produzione di cavi di alimentazione, dalle resine ESD ai compositi polimerici, dal settore aerospaziale ai sensori, dal riscaldamento alla biomedicina.

la startup californiana NDB (Nano Diamond Battery), con la sua batteria Diamond che durerà 28.000 anni, si avvale di una tecnologia betavoltaica, in cui le radiazioni delle scorie nucleari vengono convertite in energia elettrica. La NDB produce dunque diamanti radioattivi da scorie nucleari che poi incapsula in un diamante artificiale. Un tale elemento radioattivo potrebbe emettere radiazioni per migliaia di anni e nel frattempo produrre elettricità. Senza rischi per l’ambiente.

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Bisogna però capire se ci saranno problemi di sicurezza e quale potenza effettiva potranno esprimere simili batterie. I dati forniti dalla NDB sono per ora poco rivelatori.

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