Iphone, il virus rischia di fermarlo | Il mondo scopre un problema angosciante

La casa di Cupertino sta affrontando tutta una serie di problematiche. Ora si è aggiunta un’altra stangata proveniente dalla Cina…

La mitica azienda di Cupertino, fondata da Steve Jobs in pochi anni è diventata leader mondiale per la produzione di telefoni cellulari di alta gamma. Possedere l’ultimo modello di IPhone è diventato un diktat per coloro i quali ambiscono a essere sempre “cool”. Ogni nuovo modello fa scattare la caccia e non sono insolite lunghe code fuori dagli Apple store in concomitanza con ogni nuova release.

Apple
Apple, pericolo in Cina (web source)

Il primo di una lunga serie

Il telefono dei desideri ha visto la luce nel 2007. All’epoca fu proprio il fondatore, Steve Jobs, a presentarlo. Il primo si chiamava IPhone 2 o Edge ed aveva uno schermo molto piccolo rispetto agli smartphone ufficiali, ma per l’epoca era davvero gigantesco. Quello che lo caratterizzava era l’assenza della tastiera e lo schermo touch. Jobs non volle il pennino, perché, secondo lui, il miglior puntatore erano le dita delle mani.

Dopo quindici anni, innumerevoli versioni di quel primordiale IPhone si sono succedute, alcune migliori e di grande successo, altre meno. Certo è che il cellulare Apple è entrato di diritto tra gli oggetti di culto del nuovo secolo. Ogni anno o poco più gli sviluppatori e gli ingegneri di Apple devono inventarsi qualcosa di nuovo (o presunto tale) che giustifichi una nuova versione, ovviamente con un prezzo più alto.

Ma come si fa, materialmente, un Iphone?

Da molti anni, la produzione dei melafonini è decentrata in Paesi come la Cina, l’India e il Brasile. La prima domanda che sorge è: perché? La prima risposta che viene in mente è ovviamente il costo della manodopera. La decisione fu presa, all’epoca, proprio dal guru di Apple, Steve Jobs. Jobs non mollò neanche ad una precisa domanda di Barack Obama, che gli chiese se fosse possibile far rientrare la produzione in America. Nessuna apertura in questo senso. I motivi sono molteplici e oltre al basso costo della manodopera specializzata si aggiungono la flessibilità’ degli impianti e l’alta competenza industriale dei lavoratori.

Il pericolo

Ma i melafonini corrono un serio pericolo. In Cina, proprio in questi giorni è scoppiato l’ennesimo focolaio di COVID. E dove? Proprio nell’impianto che produce gli IPhone. I cinesi davanti alle prime avvisaglie di una nuova epidemia non ci vanno teneri. Tutt’altro, adottano la linea dura sin da subito.

Foxconn
L’interno di un impianto in Cina (web source)

L’impianto Foxconn di Zhengzhou che assemblea gli Iphone, ha ben 200mila dipendenti ed è qui che è scoppiato il focolaio. Nel timore di venire bloccati dalle restrizioni, centinaia di dipendenti hanno sfondato i blocchi per fuggire dall’impianto, tutto documentato attraverso i social. Per il momento il lockdown è fissato in una settimana. Ma comunque vada si prevedono cali nella produzione di melafonini, per una quota che può arrivare al 30%.

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