Affitti bassi, per poter avere case confortevoli. E inoltre un livello generale ottimo delle connessioni, anche domestico
L’Italia più di tutti i Paesi lo ha conosciuto, come forma di lavoro, in questi due anni di pandemia da Covid-19. Altrove è qualcosa di più consolidato, ma nel nostro Paese era qualcosa di sconosciuto. Parliamo dello smart working.
La pandemia da Coronavirus, i contagi che crescono, il distanziamento sociale necessario. Ma, allo stesso tempo, la necessità di non fermare settori vitali e aziende che avrebbero subito danni ancor più gravi rispetto a quelli patiti in questi due anni. Queste le motivazioni che hanno portato, a partire dal marzo 2020 a incrementare, sempre di più, le ore di smart working nel nostro Paese.
La traduzione è “lavoro agile”. Oppure “telelavoro”. L’ordinamento italiano lo definisce così: “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”.
Lo smart working, in questi due anni, quindi, è stato uno strumento fondamentale per non fermare definitivamente il Paese. Tanto nella sua Pubblica Amministrazione, quanto nelle imprese. Ma ci sono luoghi dove sarebbe preferibile lavorare in smart working, grazie a prezzi bassi e connessione di ottimo livello.
Smart working: dove trasferirsi
“Personalmente non sono per i modelli estremi, come lo smart working totale, al 100%. Sono convinto che per il buon funzionamento di un’organizzazione non si può rinunciare alla socialità. Va coltivato il senso di appartenenza e lo spirito di squadra”. Questa la posizione del neo ministro alla Funzione pubblica, Paolo Zangrillo. L’Italia, insomma, sembra non volersi adeguare ai tempi che cambiano.
“Lo smart working è un modo diverso di organizzare il lavoro ed e’ una modifica strutturale del rapporto di lavoro, si passa da un concetto di controllo del lavoratore a un concetto di verifica dei risultati. Visto in quest’ottica – ha spiegato – è una opportunità anche per la Pubblica amministrazione. Perciò non lo limiterei a una soluzione per i risparmio energetico” ha aggiunto Zangrillo.
L’Europa, in generale, è invece un buon posto per operare in smart working. In particolare, sono Malta, la Spagna e il Portogallo i tre Paesi dove lo smart working raggiunge livelli più alti. Lo stile di vita è sicuramente migliore rispetto a quello italiano. Anche gli affitti sono decisamente bassi, soprattutto rispetto all’Italia.
In questi luoghi, peraltro viene segnalato anche un livello generale ottimo delle connessioni, anche casalinghe. Uno degli ostacoli (veri o reali) che in Italia porta a non far decollare questa forma di lavoro agile.